Lavanda e “Rucche”

Una “rucca”

Il mio paesello Cosio d’Arroscia è conosciuto come il “paese delle erbe” per la speciale importanza che la raccolta e l’utilizzo delle erbe spontanee ha sempre rivestito nella sua cultura tradizionale. Una posizione di rilievo tra queste erbe ha sempre avuto la lavanda, alquanto presente sul territorio nella sua versione spontanea e selvatica ma anche nella storia del borgo come cultivar specifico. Negli anni Trenta del XX secolo a Cosio si sviluppò e fiorì un commercio legato alla coltivazione della lavanda e alla sua distillazione. 




La maggior parte della lavanda dalla quale veniva prodotto l’olio essenziale Col di Nava (famoso ancora oggi) arrivava dai terreni di Cosio; i prodotti della distillazione della lavanda di Cosio avevano una qualità molto alta, tanto che arrivarono ad essere esportati anche in America. Tutto questo, e molto altro, è raccontato nel Museo delle Erbe che invito tutti caldamente a venire a visitare qui nel borgo di Cosio.


A Luglio si teneva la Festa della Lavanda, che celebrava la fine del raccolto di questa pianta e l’inizio della sua lavorazione, una festa antica e originaria, sostituita oggi dalla “Festa delle Erbe e della Lavanda”. 



Contemporaneamente al suo principale utilizzo per la distillazione, la lavanda era altresì utilizzata per altri scopi,  più “casalinghi”: uno di questi era la creazione delle “rucche”. Come l’intreccio dei cesti di castagno era un lavoro prettamente maschile, la creazione delle “rucche” era un lavoro esclusivamente femminile, eseguito grazie ad una sapienza che è stata tramandata di generazione in generazione e che è giunta fino a noi pressoché intatta.
Io stessa e mia sorella abbiamo imparato questa “arte semplice” e la svolgiamo a volte nelle lunghe giornate estive quando la lavanda è al massimo della fioritura. 

Ma cosa sono le “rucche” e perché si chiamano così? Il nome molto semplicemente deriva dalla loro forma, che ricorda la rocca (o conocchia) con cui si filava la lana o altre fibre tessili. In sostanza la rucca non è altro che un piccolo “cestinetto” creato ripiegando su se stessi gli steli della lavanda per contenere al suo interno i fiori, impreziosito e reso più robusto e compatto da un piccolo nastro di raso colorato abilmente intrecciato agli steli. 





Le rucche venivano utilizzate per profumare la biancheria e allontanare da essa le tarme. Come oggi ben sappiamo la lavanda ha infatti ottime proprietà antiparassitarie; è una pianta i cui fiori sono edibili e rientra in molte preparazioni della cucina tradizionale cosiese, e non ultimo ha proprietà calmanti e rilassanti, per cui era particolarmente gradevole come profumazione della biancheria da letto. Quelle con i nastri più preziosi venivano poi regalate e in tal senso diventavano un “cadó” ovvero un piccolo dono, un pensiero gentile. 
In una casa di Cosio che si rispetti non possono mancare le rucche nei cassetti e la lavanda, declinata in mille diverse situazioni e accomodamenti. 


 
Fare una rucca non è difficile, fare una bella rucca invece si! Provate anche voi… poi mi direte!! 

Alègri ❤️

Ps. Mia sorella è molto più brava di me ! 😊




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