Le “Pizzette” di nonna Piera
Si chiamano semplicemente così, e come è semplice il loro nome così è semplice la loro ricetta. Pasta di pane fritta, condita con passata di pomodoro e origano.
Sembra facile, ma in realtà non lo è! Come tutte le ricette di famiglia che vedono lo scorrere delle generazioni e passano di mano in mano, le pizzette sono ormai diventate per noi un vero e proprio simbolo, adorate da tutti e occasione d’incontro e ritrovo tra i membri della famiglia. Le pizzette non hanno una “statura nobile”: non sono un piatto per pranzi di Natale, Pasqua o altre importanti ricorrenze però non sono nemmeno un piatto da tutti i giorni. Sono un piatto prettamente “domenicale” , quando la famiglia si può riunire con calma, quando chi le prepara ha tempo per impastare, lasciar lievitare, stendere, fare i cerchietti e friggere. Vanno servite calde appena tolte dalla padella e messe in tavola non condite. Tra i commensali si eleggono sempre due “conditori” : colui che avrà il compito di mettere il sugo e colui che avrà il compito di mettere l’origano. E attenzione! Troppo sugo le renderanno pesanti e molli, troppo poco le renderanno scialbe. Troppo origano coprirà il sapore della salsa, troppo poco mancherà di carattere. Quindi i “conditori” hanno un ruolo importante e un compito non semplice.
La ricetta delle pizzette giunse alla mia famiglia in tempi relativamente recenti, fu un’idea di mia nonna Piera. Per spiegarvi come la nonna ebbe questa “trovata” nemmeno troppo straordinaria nell’essenza ma assolutamente unica nella sua semplicità , devo fare un passo indietro e raccontarvi due cose della mia nonnina, alla quale sono molto legata, pur non avendo ricordo di lei (morì che avevo solo un anno, ma ho vissuto tutta la vita sentendomi dire, da mia madre, che le assomiglio moltissimo, ovviamente in tutti i miei principali difetti). La nonna Piera, rimasta vedova durante la guerra, sola e nelle ristrettezze con mia madre piccolina, giunse a Genova a servizio della famiglia Agnesi (si, quelli della pasta!) nel primo dopoguerra. A quei tempi moltissime donne dei paesi dell’entroterra ligure si spostavano nelle città a lavorare come serve per famiglie benestanti. Essendo molto brava a cucinare e portando con sé tutta la saggezza gastronomica del suo paese, Piera riuscì a conquistare il favore della signora Agnesi e ad assumere un ruolo lievemente superiore a quello della serva, diventando la cuoca principale di quella famiglia. Ma la sua buona stella la vide anche una seconda volta: la signora Agnesi e il marito dott. Amirante, erano due persone generose e di buon cuore e avevano tre figlie femmine in tenera età. Permisero quindi a mia nonna di tenere con sé la figlioletta orfana di padre e la crebbero accanto alle loro figlie senza farle mai mancare nulla: mia madre mangió sempre a tavola con loro, ricevette la stessa istruzione e quando si sposò, il signor Amirante la accompagnó all’altare e le diede una dote come un vero padre.
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| Mia nonna, seduta, in divisa da lavoro, nella casa Agnesi-Amirante. A fianco, in piedi, mia madre. (anni ‘50) |
Ma veniamo alle pizzette. Sì da il caso che il signor Amirante era un napoletano, anch’egli proveniente da una famiglia di industriali della pasta (si sa, le alleanze tra famiglie han sempre portato avanti gli affari). Le pizzette fritte, come saprete, sono una ricetta tipica del sud Italia e in particolare napoletana e lui chiedeva spesso alla mia nonna di preparargliele. Piera riconobbe in loro una “parentela” con un piatto tipico di Cosio: il pan fritto (pasta di pane lievitata, tagliata con le mani in piccoli pezzi e fritta in olio evo). Mia nonna decise di eliminare la mozzarella e altri condimenti previsti dalla ricetta napoletana, lasció il sugo e non fece altro che aggiungere l’origano di Cosio. Il risultato fu straordinario. Leggerezza e gusto uniti in un piatto tanto semplice quanto unico nel suo sapore. Inutile dire quanto sia importante per il risultato finale la qualità dell’origano! Per mangiare la vera pizzetta di nonna Piera ci vuole l’origano di Cosio, quello originale, e nessun altro.
Diversamente mangerete sì delle pizzette, ma non quelle di nonna Piera!
Buon appetito e… Alègri! ❤️
Post Scriptum: inutile dire che ci sono anche alcuni segreti nella lavorazione dell’impasto e nella preparazione della salsa… ma si sa… la cucina è così! Piena di unicità che tali devono restare.
Se volete mangiare le vere pizzette della nonna Piera ormai dovete chiedere a me e a mia sorella, che siamo in attesa di passare questo sapere alla prossima nostra generazione.





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